"IL BLOG PER LA SOPRAVVIVENZA"

martedì 17 luglio 2007

TRATTO DA LA VOCE.INFO

Sedici anni, l'et� per votare
Alessandro Rosina

Dopo la scelta fatta dall�Austria, � sempre pi� vivace anche nel nostro paese la discussione sull�abbassamento dell�et� al voto. Uno dei pi� concreti segnali di apertura in questo senso � la recente decisione di far partecipare anche sedicenni e diciassettenni all�elezione dei componenti delle assemblee costituenti del Partito democratico che si terr� il 14 ottobre . Varie sono le obiezioni sollevate, da molte parti, sull�estensione di tale possibilit� anche per le elezioni amministrative e politiche, nessuna per� appare essere pienamente convincente.

I motivi a favore

Se ci sono buoni motivi per ringiovanire l�elettorato nel mondo occidentale, questi sono ancor pi� accentuati nel nostro paese. Per esempio, da noi, i meccanismi del ricambio generazionale sono pi� inceppati che altrove. Varie sono le evidenze empiriche che lo testimoniano, a partire dal fatto che la classe dirigente e, soprattutto, quella politica sono caratterizzate da una scarsa presenza di esponenti delle pi� giovani generazioni.
Alla maggior et� media delle pi� importanti cariche di governo e istituzionali si associa anche, rispetto agli altri paesi occidentali, una pi� scarsa attenzione politica verso i giovani. E infatti le politiche nei loro confronti risultano cronicamente carenti in Italia, e la protezione sociale particolarmente bassa. Attualmente, la spesa sociale italiana � in Europa una tra le pi� sbilanciate a favore delle generazioni pi� anziane. Oltre i due terzi va in pensioni e invalidit�, mentre nettamente inferiore rispetto alla media europea � la quota che va per casa, disoccupazione ed esclusione sociale. Le difficolt� a mettere in campo gli "ammortizzatori sociali" contro la precariet�, a intaccare i privilegi acquisiti per dar spazio alle forze pi� dinamiche, a costruire un sistema previdenziale pi� equo dal punto di vista generazionale, sono tutti esempi che testimoniano quanto poco la politica italiana stia investendo nel ridurre i rischi e nell�aumentare le opportunit� delle pi� giovani generazioni.
Se gi� oggi la classe politica � tra le pi� anziane e la spesa sociale a favore dei giovani � tra le pi� basse, tutto ci� potrebbe ulteriormente peggiorare come conseguenza dell�invecchiamento della popolazione. A causa della persistente denatalit� italiana, il peso demografico dei giovani � destinato infatti a ridursi da noi pi� che altrove, e per converso � destinato ad accrescersi quello degli anziani. Saremo nei prossimi decenni, assieme al Giappone, il paese al mondo con struttura per et� pi� squilibrata al mondo. Il che significa meno peso elettorale e (presumibilmente) politico dei giovani, e ancor pi� spesa sociale assorbita (per previdenza e salute pubblica), a parit� di risorse, dalle generazioni pi� anziane.
Il voto a sedicenni e diciassettenni consente quantomeno di dar pi� rilevanza al voto "dei" giovani e (presumibilmente) "per" i giovani. Attualmente il peso elettorale (per ora virtuale) dei sedicenni e diciassettenni equivale a quello degli over 85. Ci si pu� chiedere perch� nella decisione di chi � chiamato a responsabilit� di governo (o amministrazione locale) i novantenni contino pi� dei diciassettenni. Tanto pi� che da qui al 2035 il peso dei primi � destinato comunque a diventare il triplo rispetto a quello dei secondi (Figura 1).

I motivi contro

Verso la proposta di abbassare sotto i diciotto anni l�et� del diritto di voto sono state sollevate da varie parti alcune perplessit�. Uno dei principali argomenti utilizzati � che "non sono ancora maturi per il voto" e che a tale et� i giovani devono concentrarsi soprattutto sullo studio. � vero che una quota elevata di sedici-diciassettenni frequenta le scuole superiori (oltre l�80%), ma ci� vale anche per i diciottenni (oltre il 70%). Inoltre una parte di essi lavora. Se le leggi italiane prevedono che un sedicenne possa lavorare e pagare le tasse, perch� non dovrebbe poter esprimere il suo voto su chi poi amministra la cosa pubblica?
Riguardo all�immaturit� vi � chi sostiene che pretendiamo troppo da loro e che c�� il rischio di volerli responsabilizzare eccessivamente e farli crescere in fretta. Una tesi curiosa visto che semmai in Italia c�� il rischio contrario, ovvero quello di tenerli immaturi a lungo e rallentare tutti i passaggi alla vita adulta. La gran parte dei giovani danesi vive gi� in modo indipendente dai genitori a diciotto-venti anni. La maggioranza dei giovani europei lascia la casa dei genitori entro i venticinque. Nel nostro paese � invece sempre pi� comune rimanervi fino ai trenta e oltre. Ben venga quindi un voto che tratta meno da immaturi e responsabilizza un po� di pi� i giovani italiani.
C�� poi chi � scettico perch� teme un voto troppo influenzabile da un lato, e troppo "ideologizzato" dall�altro. E allora? � certo possibile che molti giovani votino come i propri genitori, e altri si facciano un�opinione attraverso gli strumenti di confronto che offre internet (blog, forum, eccetera). Perch� nella democrazia italiana dovrebbe invece pesare di pi� il voto meno "ideologico" e pi� "inerziale", meno basato su internet e pi� sulla televisione, di un ottantacinquenne?
Infine, un argomento spesso usato � quello, basato su impressioni personali, che comunque la grande maggioranza dei sedicenni non sarebbe interessata a partecipare alle elezioni amministrative e politiche. I dati raccontano invece una storia diversa. Secondo l�indagine Istat "Aspetti della vita quotidiana", i disinformati e disinteressati dei fatti della politica sono meno della met� dei sedici-diciassettenni. Recenti indagini su tale fascia d�et� (ad esempio, quella condotta a Milano dall�Osservatorio sui diritti dei minori) evidenziano come quasi tre su quattro sarebbero contenti di poter votare (e oltre il 40 per cento di chi � favorevole si sente pi� informato e consapevole rispetto alle generazioni precedenti).

Investire sul futuro

Si dice spesso che l�Italia � un paese bloccato, ingessato, che ha bisogno di liberare le sue forze pi� dinamiche ed investire sul proprio futuro. Per farlo sono necessarie scelte coraggiose e segnali di discontinuit� rispetto alle vecchie logiche. L�abbassare il diritto di voto ai sedici anni significa per la politica, quantomeno, doversi maggiormente confrontare con l�Italia che sar�, porsi il problema di chi sono e come si stanno formando le pi� giovani generazioni. E magari scommettere un po� di pi� sul futuro e difendere un po� meno i privilegi acquisiti.

Immagini - Il Padano -